giovedì 24 maggio 2007

TARANTULA-SMASHING PUMPKINS

Sto ascoltando “tarantula” nuovo singolo dei rinati-monchi “Smashing Pumpkins”. Non so come lo chiamano adesso i “giovani”, se lo chiamano emo-rock-post-punk; ai tempi miei tamarrate del genere finivano sotto la voce Heavy metal. E non necessariamente in senso spregiativo. Certo se pensiamo che i Pumpkins 12 anni fa diedero alle stampe “mellon collie and the infinite sadness”, e se pensiamo che oggi siamo nel 2007, e che Corgan c’avrà i suoi 40 anni, allora il termine “tamarrate” non può che suonare in accezione negativa.
Per ciò che mi riguarda quello che provo ascoltando chitarre e riff identici a 12 anni fa, sia nei suoni che nella scansione ritmico-melodica, mi dispiace, ma non mi fa provare più niente. Non mi emoziona più la batteria cavalcante e la chitarra stoppata. Per non parlare dei due (!!!!!) assoli di chiatarra, che non si sentivano dai tempi dei Deep Purple. A me i Pumpkins mi hanno cambiato la vita 12 anni fa. Preferiso loro. gli originali. Non sta roba. E’ brutto dirlo, ma a livello di botta sonora pura e semplice “tarantula” è di sicuro inferiore al nuovo singolo degli “artic monkeys” (ovvero brainstorm ). Tutto ciò suona come una bestemmia. Ma purtroppo è la verità. Non sapete quanto mi dispiaccia.

mercoledì 16 maggio 2007

IRENE GRANDI vs. BAUSTELLE

Irene Grandi ed i Baustelle sono compagni di casa discografica. Major. Sembrerebbe normale, dunque, l’uscita del singolo “Bruci la Città” scritto da Bianconi (Baustelle) e cantato dalla Grandi. Invece normalissimo non lo è affatto. Per un paio di motivi che desidero porre come premessa, prima di effattuare una breve disamina del brano. I motivi della non normalità di tale collaborazione risiedono nel fatto che i due artisti coinvolti provengono da ambienti opposti, quando non in antitesi l’uno dall’altro. Irene Grandi è stata sempre supportata, se non creata, da un’ etichetta multinazionale “major”, ed ha sempre cantato canzoni firmate da autori dai grandi numeri come Vasco Rossi, ha sempre goduto inoltre di grande promozione radiofonica e televisiva. I Baustelle al contrario provengono dall’ambiente “indie”, il quale molte volte risulta alternativo, in accezione positiva, rispetto ai prodotti preconfezionati e pre-consumati delle multinazionali del disco. Questo pur rimanendo un “mercato” con regole identiche a quello “major”. È interessante notare come i Baustelle abbiano ottenuto risultati alquanto lusinghieri sul piano della popolarità e forse anche delle vendite, non appena abbiano ottenuto l’appoggio promozionale che la Grandi ha da dieci anni. Con risultati non proprio brillanti. Ecco quindi che questa collaborazione crea una sorta di cortocircuito abbastanza provocante, quando non provocatorio, nei confronti degli amanti della musica indie. Ed è forse qui che risiede l’ottusa strategia di mercato della major di turno. Detto questo, passiamo alla disamina musicale.
La prima cosa che penso, ascoltando il brano, è che la canzone l’abbia scritta Vasco Rossi. Ma ciò è dovuto alla voce scartavetrata della Grandi. Poi penso che c’è un accordo da qualche parte che è messo lì proprio per creare un senso di “o’famo strano”. Poi scopro che la canzone l’ha scritta Bianconi. E da quel momento capisco quanto la melodia sia Baustelleiana. Dopo parecchi ascolti concludo che, la voce della Grandi rovina un po’ tutto, ed anche l’arrangiamento è un po’ troppo radiofonico. Mi sembra che Irene urli un po’ troppo e canti il brano con un’ aria sbarazzina che non si confà affatto con un testo splendidamente crudo e pessimista.
Concludo infine che, purtroppo, nonostante l’appetibile appeal (!?) della collaborazione, questo singolo non aggiunge niente a quanto fin qui detto musicalmente dai Baustelle, né lascia intravedere nulla sul futuro di tale discorso musicale. Purtroppo non aggiunge nulla nemmeno alla carriera di Irene Grandi, se non un ulteriore singolo radiofonico impacchettato bene e proposto ruffianamente meglio.Peccato, perché il testo merita davvero attenzione. Bruci la città, quindi, e con essa anche il vetusto mercato musicale.
In sostanza: brucino le major.

martedì 15 maggio 2007

MANIC STREET PREACHERS

Ho sempre ascoltato, ed a tratti amato, i Manic Street Preachers. Così come ho sempre ascoltato e ammirato la bellezza di Nina Persson dei Cardigans. Separatamente gli uni dagli altri. Mai nella mia vita avrei immaginato una collaborazione tra Manic Street preachers e Nina Persson, mai e poi mai. E mai mi sarei immaginato un risultato come questo. Praticamente stupendo. Devo proprio ammetterlo “Your love Alone Is Not Enough” è una canzone della madonna. Finalmente qualcuno si decide a mettere su un po’ di sano rock’nroll anthemico con chitarre a tutto spiano e testo sfacciato. Cominciavo a sentirne la mancanza. E devo dire che la cara dolce Nina sfodera e padroneggia una voce incantevole. Spero che il resto del disco dei Manic sia all’altezza. Intanto teniamoci questo singolino chicca, che di sicuro non cambierà le sorti della musica rock, ma forse riesce a migliorarci la giornata. Anzi senza forse.